Beckham: "Caro Milan, che bei ricordi. Sarai ancora una grande"

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L'ex campione è tornato a Milano per aprire uno store: "Mi manca la città e l’Italia. Il calcio mi ha dato tutto, ora amo il mio lavoro: la moda"


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He’s Beck, facile il gioco di parole. Ma per David Beckham tornare a Milano non è un’operazione banale, perché Milano per l’ex capitano della nazionale inglese non è una città come le altre. Milano lo ha fatto riscoprire al pubblico europeo, gli ha riservato gioie e dolori grandissimi, come quel tendine d’Achille saltato in una maledetta serata di metà marzo. Si giocava Milan-Chievo, Beckham sentì il dolore acutissimo ma riuscì a passare la palla prima di zoppicare orgogliosamente fino a bordo campo. Una compostezza e una dedizione al football difficili da dimenticare: sotto a tutti i look cambiati negli anni, pettinature, tatuaggi e abiti strambi, David Beckham è stato prima di tutto un adoratore e un ambasciatore del pallone. David è tornato in Italia per inaugurare un grande Adidas Store a Milano. Parlare di Milan e di calcio con lui è quasi naturale.
Di nuovo a Milano dopo tanto tempo. Che effetto le fa?
"Ho tanti ricordi così belli del mio periodo qui, un periodo speciale. Il club, i tifosi e la città mi hanno accolto a braccia aperte. Mi è piaciuto giocare per il Milan e vivere in Italia. Mi è mancata Milano, mi è mancata l’Italia".


Pochi mesi ma un periodo bellissimo, anche se il finale è stato amaro. Che cosa si è portato dentro di quei giorni? 
"Era come stare in famiglia. Eppure il Milan è un club con una storia lunghissima, lo percepisci ogni volta che vai a Milanello o giochi a San Siro. Ho amato la gente, il cibo, gli amici che mi sono fatto...".
Sta ancora seguendo il club in questa nuova era, senza Berlusconi, Galliani e tutto il resto? 
"Certo, seguo tutti i miei vecchi club. Anche se rispetto moltissimo la vecchia dirigenza, devo dire che c’è molta eccitazione e grandi aspettative per quello che i nuovi proprietari stanno facendo. Spero il Milan possa tornare a lottare per i traguardi ai quali era abituato".
Cosa sa del calcio italiano ora?
"La Serie A è ancora uno dei campionati più competitivi e appassionanti. Le squadre hanno avuto meno successi all’estero negli ultimi tempi, ma sembra che i grandi club stiano tornando al top e possano ricominciare a inseguire obiettivi di prestigio".
Ha un giocatore preferito?
"No, ma mi piace vedere i ragazzi di talento che si sfidano ai livelli più alti".
Le fa piacere che i suoi figli giochino a calcio?
"Finché sono contenti va bene, la loro felicità è la cosa più importante per me, e finché potrò li sosterrò nelle loro scelte".
È soddisfatto di quello che ha fatto nel calcio o ha rimpianti?
"Non ho rimpianti. Ho giocato per il club che amavo dall’infanzia, il Manchester United, ho vinto tutto quello che si poteva vincere. Ho giocato per alcune delle squadre più importanti del mondo e ho sperimentato culture differenti. Ho rappresentato il mio paese più di cento volte e l’ho fatto da capitano per la metà delle volte. Sono soddisfatto, ho avuto una bella carriera".
Ha mai pensato di allenare? 
"No, è un ruolo che non mi ha mai interessato".
Star del calcio, sex symbol, modello, stilista, attore, naturalmente padre e marito. Dimentichiamo qualcosa? 
"La cosa più importante della mia vita è sempre stata la famiglia, sono fortunato che il successo nella carriera di calciatore mi abbia permesso di sperimentare altre cose. I miei affari stanno andando molto bene, sono incredibilmente fiero del mio lavoro con l’Unicef e non vedo l’ora di rivelare i miei piani per Miami. Ma non è ancora il momento".
È a Milano per aprire uno store dell’Adidas. Che cosa è la moda per lei?
"La moda è qualcosa che mi riesce naturale e che mi piace fare. I lavori ai quali collaboro riflettono la mia concezione della moda e il mio stile. Sono grato ai designer che ho conosciuto nel corso degli anni, e dai quali ho imparato tanto".
C’era una volta un metrosexual... Quali sono le tendenze adesso e come le interpreta?
"La moda si evolve. Gli uomini si occupano del loro look molto più di prima, ma il mio stile riflette quello che sono ora e forse non mi prendo più i rischi che mi prendevo da giovane".
Cartolina da Milano: perché venire a visitarla.
"Per la cultura, il cibo e il senso dell’ospitalità degli abitanti".
Cartolina dal calcio: un motivo per amarlo, nonostante tutto. "Perché è ancora il più bel gioco del mondo".

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